I servizi per anziani sono diventati da almeno 10 anni una delle principali sfide per tutti. Se da un parte questo nasce dall’attenzione che ogni comunità locale e famiglia dedica ai propri “vecchi” dall’altra è crescente la paura che la cura degli anziani sia sempre meno sostenibile dall’offerta pubblica. Sarà vero? Sarà possibile che una garanzia di cittadinanza fondamentale perda terreno e legittimazione?

Una parte delle risposte vanno verso la privatizzazione dei servizi, giudicando inevitabile una caduta di solidarietà e di fiducia nel nostro sistema di welfare, che non potrà garantire equità, giustizia e solidarietà a chi ha più bisogno.

Ma c’è anche chi ritiene che questo esito non sia inevitabile, con soluzioni più razionali, più efficienti, con un rapporto costo/efficacia migliore di quello attuale. Non sono utopie visto che sperimentazioni lo dimostrano.

Per questo conoscere in dettaglio la mappa dell’offerta, della spesa, della capacità di risposta dei territori può contribuire a rendere il dibattito su questi temi più concreto, più ancorato alla realtà, meno fondato su manipolazioni delle informazioni disponibili.

Serve quindi un maggiore impegno da parte di tutte le zone nel raccogliere le informazioni, nel metterle a disposizione di tutti, nel garantire affidabilità. È un patrimonio prezioso non solo per la programmazione futura ma anche per riorientare, quando necessario, le scelte dove le risposte non corrispondono ai bisogni.

In quest’area di risposta si verifica un sostanzioso concorso alla spesa da parte degli utenti dei servizi. C’è poi da meglio valorizzare l’apporto dei familiari che integrano l’azione professionale con cure sistematiche e giornaliere. Hanno un grande valore umano, etico ed anche economico. Il monitoraggio potrà quindi in futuro meglio esplorare questa dimensione così da evidenziare il concorso al risultato reso possibile dall’incontro di queste responsabilità e delle risorse pubbliche e familiari.