Con il progressivo aumento dell’aspettativa di vita e il conseguente invecchiamento della popolazione in Italia, la percezione dell’età anziana da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni è sensibilmente cambiata: da risorsa, rispetto, sapienza, valore, è stata progressivamente identificata in termini di “peso”, “decadenza”, “perdita di autonomia”. Complice – o primo artefice – dell’inversione di tendenza è stata la poca lungimiranza, se non la costante emergenza, con cui vengono trattate le politiche a sostegno dell’età anziana e della famiglia. Ora che le stime parlano di un ulteriore aumento, nei prossimi decenni, dei “grandi vecchi” non è più possibile continuare lungo la strada della diffidenza, dell’inerzia e della paura. Servono politiche adatte a governare un fenomeno che non è e non sarà ingestibile, se si inizia da ora con risposte adeguate. Risposte che devono venire dalle istituzioni e dalla società e che richiedono la partecipazione di tutte le professioni – sanitarie, sociali, educative – che a diverso titolo gravitano intorno alla terza età.
Il 9 marzo a Padova l’associazione scientifica per l’invecchiamento attivo e cure integrate “Piaci” ha compiuto un primo passo in questa direzione, chiamando al centro culturale San Gaetano di via Altinate medici, assistenti sociali, psicologi, infermieri e molte altre professioni che operano su questi temi. È stata la prima iniziativa pubblica dell’associazione. Già a partire dal titolo -“Invecchiamento e professioni. Nuove prospettive di pensiero e azione professionale” – si è voluto fare il punto su quanto realmente fatto finora a sostegno dell’età anziana e sulle possibili innovazioni future, per dare migliori risposte ai bisogni di questa parte di popolazione, tutelandone anche i diritti. Come ha spiegato in apertura Marco Trabucchi, del Gruppo ricerca geriatrica di Brescia, “invecchiare non è una malattia: sembra un’ovvietà, ma riaffermare questo concetto è importante. Ci sono i malati, certo, ma c’è anche una gran parte dei cittadini over75 che vive in condizione di normalità. È questa normalità che dobbiamo cercare di difendere”.
Il comunicato stampa è in allegato.