Sono in continuo aumento le persone con necessità di cure e assistenza a lungo termine per condizioni di invalidità, cronicità, disabilità gravi.
Sono numerose pure le persone che assistono i loro familiari a domicilio o direttamente o con l’aiuto di assistenti (le così dette “badanti”): si tratta per lo più di donne che si prendono cura giornalmente di persone anziani o invalidi, permettendo un risparmio alle spese sociali del Paese.
La scelta di dedicarsi all’assistenza familiare e alla cura di familiari non autosufficienti è una delle cause principali di interruzione dell’attività lavorativa da parte di un numero consistente di donne occupate, con notevoli difficoltà di successivo reinserimento nel mercato del lavoro.
Una conseguenza di questa scelta è l’interruzione dell’accantonamento previdenziale, con ripercussioni significative sul trattamento pensionistico, nei casi in cui lo stesso fosse portato a maturazione, e comunque con effetti penalizzanti la successiva condizione economica-sociale in età anziana.
L’importanza del «welfare domestico» è evidenziato nell’articolo di Tiziano Vecchiato «Riconoscimento ai carichi di cura familiari» pubblicato nella rivista Madre.
È nell’interesse di tutti riconoscere e dare valore a questa dimensione del welfare, visti i risparmi delle aziende sanitarie e dei comuni, ottenuti grazie all’assistenza garantita dall’impegno di molte famiglie. Consapevoli di questo vanno più coraggiosamente affrontati i problemi del miglioramento delle risposte domiciliari integrate (pubbliche, private, volontarie), riconoscendo e tutelando i diritti e i doveri in gioco: dei soggetti deboli, dei loro familiari, di quanti contribuiscono a farsi carico del problema.