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Ricerca, formazione, lavoro sul campo: mai pi√π comparti separati nel servizio sociale

Ricerca, studio e lavoro sul campo sono ambiti che, nel servizio sociale, per troppo tempo non hanno dialogato. La consapevolezza che si debbano eliminare queste barriere e favorire una sinergia tra i comparti ha spinto la Fondazione «E. Zancan» di Padova a promuovere un seminario di ricerca, svoltosi giovedì 23 giugno, dal titolo «Come formare e sostenere la capacità degli assistenti sociali di utilizzare le prove di efficacia nel lavoro a diretto contatto con l’utenza?». L’incontro è il primo di una serie di appuntamenti, per favorire un dialogo tra le varie anime della professione.

«Da questo primo incontro è emersa la necessità che chi insegna, chi fa ricerca e chi lavora sul campo trovino un modo per condividere esperienze, metodi, informazioni così da creare un circolo virtuoso – spiega Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan –. Per questo oggi è stata particolarmente importante la presenza congiunta dei rappresentanti degli ordini regionali degli assistenti sociali, dei docenti e dei centri di ricerca».

Anche Anna Maria Campanini, docente dell’Università Milano Bicocca, sottolinea l’importanza di un lavoro in sinergia «per alimentare reciprocamente conoscenza e costruire percorsi virtuosi». La docente riconosce che «lavorare in una dimensione di accordo non può che dare benefici a tutti», ma evidenzia anche che finora così non è stato: «Al momento la ricerca nel servizio sociale è insufficiente. Sono state condotte ricerche sul servizio sociale ma non dall’interno della professione. Ciò comporta che spesso gli operatori lavorino con impegno, introducendo anche innovazioni, senza che ci sia però un momento di teorizzazione delle prassi». A queste carenze si aggiungono la mancata predisposizione, da parte delle Università, di spazi specifici per questo tipo di ricerca e l’età relativamente giovane dell’Ordine degli assistenti sociali. Tutto questo si inserisce in un contesto di crisi e di «scarsa attenzione ai servizi sociali con investimenti inadeguati».

Sul ruolo centrale dell’operatore nella condivisione di esperienze e sperimentazioni insiste Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan e presidente dell’associazione internazionale sulla valutazione di efficacia: «Gli assistenti sociali possono contribuire moltissimo allo sviluppo di nuove conoscenze sulle prove di efficacia. Sono risultati, questi, che si possono costruire solo grazie a coloro che lavorano a diretto contatto con le persone. Questo, però, richiede che il lavoro quotidiano sia supportato dalla formazione sul campo, da attività di sperimentazione e, soprattutto, alla divulgazione dei risultati». Per insegnare e sostenere gli operatori nella fondamentale fase della divulgazione, Fondazione Zancan e Piaci (associazione scientifica per l’invecchiamento attivo e le cure integrate) hanno recentemente organizzato un laboratorio teorico-pratico destinato agli assistenti sociali.